che vi si tratta, e nel mese di gennaio dell'anno 1757 distesi sopra la medesima una dissertazione, che da me fu letta nella nostra Accademia degli Apatisti. In essa veramente sostenni il parere contrario a quello del signor Wallace, oppure feci vedere ch'egli non è tanto certo quanto esso se lo immagina. Doppo questo mi nacque pensiero di trasportare in italiano questo libro, e di corredarlo di annotazioni nelle quali potessi confermare quanto avevo preso a sostenere nella detta dissertazione. Ma non mi trovando in grado di prendere sopra di me una tal fatica, persuasi il dottor Giulio Perini mio amico a farla egli, ed in fatti, avendo accettata la mia proposta, nel tempo che mi davo a rivedere il suo lavoro distesi quelle note che si trovano in piè di essa, come suol dirsi, currenti calamo. Nella Quaresima di detto anno restò finita la nostra impresa, e nella susseguente estate fu concluso di pubblicarla in Livorno con i torchi di Antonio Santini, e compagni. Ivi adunque uscì in luce nel veniente dicembre, ma