il quale era da persona potente raccomandato in mia competenza.
In questo fra tempo, qualunque ne fosse il motivo, nel giorno 12 di agosto di detto anno 1758 fui spontaneamente chiamato da Sua Eccellenza il signor abate Pompeo Neri, uno dei membri del Consiglio di Reggenza in Toscana, col quale non avevo alcuna relazione, e mi fu fatta la proposizione di nominarmi per uno di quei nobili che pensava di rimettere il governo nella Segreteria di Stato con qualche provvisione, benché fino allora tal cosa non fosse costumata.
Con sommo piacere io abbracciai questa favorevolissima occasione per avanzarmi decorosamente, onde nel settembre fui, col cavalier Giulio Mozzi, proposto a Vienna per occupare nella Segreteria di Stato in Toscana un luogo con provvisione di scudi 100 l'anno salvo.
Ma l'esito non corrispose all'ottima apparenza, lo che spesso succede nelle corti. In fatti nel novembre venne dispaccio dell'Imperatore con cui ci ammetteva nella sua segreteria, ma senz'alcuna provvisione, onde speranzato dal ministero di Toscana, e di molte