tre femmine per rappresentare le tre dee, una di taglio gigantesco, e molto grassa ch'era Giunone, un'altra assai magra ch'era Venere, e una terza nana, gobba, e panciuta, ch'era Pallade, e che tutte e tre fecero la loro parte nude, come la mano. Spettacolo veramente degno di un principe! Se in pubblico si applaudivano tali cose, che doveva seguire nelle azioni private?
ø A dì 3 detto mercoledì.
Tempo ragionevole, ma non stabile per quanto pare.
Sarebbe gustoso se io potessi notare le insensibili mutazioni, che si vanno introducendo nei nostri costumi, nei nostri gusti, nei nostri modi doppo che abbiamo riacquistata la corte. Ma è impossibile a farlo, giacché le piccole variazioni che seguono sotto i nostri occhi non sono percettibili, quantunque sieno vere. Dice bene a questo proposito il re di Prussia nelle sue Memorie di Brandebourg ove parla dei costumi p. m. 289: "Le grand nombre des hommes, distrait par la variété