o Domenica a dì 23 detto.
Tempo bello.
Il sentire che tornerò presto a soffrir certi dispiaceri turba un poco la mia pace. E quando è che noi siamo intieramente contenti? Il mio carattere è molto mutato, e questa mutazione non è in meglio. Con tutto questo la memoria dell'età passata framezzo a certi piaceri mi rammenta dei momenti dolorosi. Di presente i piaceri, e i dolori sono mescolati, ma né gli uni, né gli altri sono del medesimo genere dei trascorsi. Mi dicono che parlo poco, ma non è che sia stupido, è che io rifletto entro me stesso, e che trovo meno cose che meritino che io ne parli. Non scrivo in queste carte una millionesima parte di quello che sento, perché lo scriver di più sarebbe una ridicoleria, e perché tutto non va scritto. Se lo facessi somministrerei una prova di cosa è veramente l'uomo. Molti mi assomiglieranno per certo, ma molti ancora per avere un altro temperamento saranno più contenti di se medesimi quantunque non scevri di dispiaceri, di noie, di passioni, di capricci, di sciocchezze ecc. ecc. ecc. ecc.